differenze tra concime organico e fertilizzante chimico

obiettivo : NUTRIRE MICRORGANISMI che attraverso rilascio di humus, alimentino in maniera ideale le radici delle piante, NON DIRETTAMENTE le PIANTE !


Concime organico:

Deriva da materiali di origine naturale, come letame, compost, residui vegetali, alghe, farina di sangue o ossa. 
Contiene sostanze organiche che vengono decomposte dai microrganismi del suolo, rilasciando nutrienti gradualmente.

Fertilizzante chimico:

È prodotto sinteticamente in laboratorio o attraverso processi industriali. Contiene nutrienti in forma immediatamente disponibile per le piante, come azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), spesso in proporzioni specifiche.

L’uso di concimi organici rispetto ai fertilizzanti chimici in una FOOD FOREST offre numerosi vantaggi, sia dal punto di vista agronomico che ecologico; se si tratta di fertilizzanti minerali solubili, come i nitrati o i fosfati, questi vengono immediatamente assorbiti dalle radici delle piante. 

Se si usa materia organica, come compost o letame, il concime nutre prima i microrganismi del suolo, che lo decompongono producendo humus disponibile per le piante.

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l'obiettivo è: sviluppare vita e biodiversità in tutte le sue forme

Far lavorare i microrganismi del suolo invece di fornire fertilizzanti chimici direttamente alle radici offre diversi vantaggi, soprattutto in un sistema rigenerativo come una FOOD FOREST.

Il primo vantaggio è la stabilità nel tempo

I microrganismi trasformano la sostanza organica in nutrienti disponibili in modo graduale, evitando sbalzi nutrizionali e il rischio di lisciviazione, cosa che avviene spesso con i fertilizzanti chimici solubili. 

Questo porta a una maggiore efficienza nell’assorbimento da parte delle piante.

Un altro vantaggio fondamentale è la costruzione della fertilità del suolo

I microrganismi migliorano la struttura del terreno, aumentando la capacità di scambio cationico (CSC), la ritenzione idrica e la formazione di aggregati stabili. 

Un suolo vivo è più resiliente agli stress climatici e più produttivo nel lungo termine.

Inoltre, l’uso di microbiologia evita gli effetti collaterali dei fertilizzanti  chimici, come la salinizzazione del suolo, la riduzione della biodiversità microbica e la dipendenza da input esterni. 

In un ecosistema maturo, le piante stabiliscono relazioni simbiotiche con funghi e batteri, ottimizzando l’acquisizione dei nutrienti senza bisogno di interventi costanti.

fertilizzanti chimici bypassano il microbiota
i fertilizzanti chimici bypassano il microbiota e inibiscono la produzione di humus 

Di seguito un confronto dettagliato:

1. Miglioramento della fertilità del suolo

  • Concimi organici: Apportano nuova microbiologia derivante dalla digestione animale con nuova sostanza organica e stimolano l’attività microbica, migliorando la capacità di scambio cationico (CSC) e la struttura del suolo.
  • Fertilizzanti chimici: Non arricchiscono la sostanza organica e, a lungo termine, possono ridurre la biodiversità microbica e la qualità del suolo.

2. Nutrienti disponibili in modo graduale e bilanciato

  • Concimi organici: I nutrienti vengono rilasciati progressivamente e su richiesta della pianta stessa grazie alla decomposizione microbica, evitando eccessi e perdite per lisciviazione.
  • Fertilizzanti chimici: Forniscono nutrienti in forma solubile e immediata, ma causano picchi di disponibilità seguiti da periodi di carenza, creando dipendenza da applicazioni continue.

3. Maggiore ritenzione idrica e struttura del suolo

  • Concimi organici: Aumentano la capacità di trattenere acqua, migliorando la resistenza alla siccità.
  • Fertilizzanti chimici: Possono aumentare la compattazione e ridurre la porosità del suolo, peggiorando la capacità di trattenere l’umidità.

4. Riduzione dell’inquinamento ambientale

  • Concimi organici: Minimizzano il rischio di lisciviazione di nitrati e la contaminazione delle falde acquifere.
  • Fertilizzanti chimici: Spesso portano a problemi di eutrofizzazione di fiumi e laghi a causa della dispersione eccessiva di azoto e fosforo.

5. Beneficio a lungo termine per la FOOD FOREST

  • Concimi organici: Aumento la microbiologia del suolo, formazione di un ecosistema autoregolato e resiliente, migliorando la simbiosi tra piante e microbi.
  • Fertilizzanti chimici: Possono portare a dipendenza da input esterni e a una progressiva perdita della fertilità naturale del suolo.
i danni dei Fertilizzanti chimici

In una FOOD FOREST, l’obiettivo è creare un suolo vivo e autoregolante, per cui l’uso di Concimi organici e tecniche come pacciamatura, compost e biofertilizzanti microbici risulta nettamente superiore rispetto ai fertilizzanti chimici.

Il grande plus

si passa da un sistema di input artificiali a un ecosistema microbiologico ideale, arricchito, migliorato, autoregolato ed autosufficiente .

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