66 milioni di anni fa il Wood Wide Web ha salvato la vita sulla Terra?

La rete micorrizica e la sopravvivenza delle piante dopo impatto dell' asteroide Chicxulub MEX

Il cataclisma che segnò la fine del Cretaceo, circa 66 milioni di anni fa, è noto per aver causato l'estinzione di circa il 75% delle specie terrestri, inclusi i dinosauri non aviani. 

L'impatto del meteorite che formò il cratere di Chicxulub sollevò immense quantità di polveri e detriti, oscurando il sole per mesi o addirittura anni. 

Questo evento innescò un drastico calo della fotosintesi e portò al collasso di molte reti trofiche. 

come il Wood Wide Web, rete micorrizica, ha salvato le piante dopo asteoide Chicxulub, garantendo resilienza e rinascita degli ecosistemi
forse i funghi hanno salvato la vita sulla Terra

Tuttavia, alcune piante riuscirono a sopravvivere, consentendo la rigenerazione degli ecosistemi nel Paleogene. 

Una delle possibili chiavi di questa resilienza potrebbe essere stata la rete micorrizica, spesso definita il Wood Wide Web.

Il ruolo della rete micorrizica

Le micorrize sono associazioni simbiotiche tra funghi e radici delle piante, fondamentali per l’assorbimento di nutrienti e l’adattamento delle piante agli stress ambientali. 

I funghi micorrizici formano reti sotterranee che collegano più piante tra loro, facilitando lo scambio di nutrienti, acqua e segnali biochimici. 

Questa rete è nota per permettere alle piante di compensare carenze locali di nutrienti e di resistere a condizioni avverse.

Se la fotosintesi si fosse ridotta drasticamente a causa della coltre di polveri sollevata dall’impatto, le piante non avrebbero potuto produrre zuccheri in quantità sufficiente per sostenere la crescita e il metabolismo radicale. 

www

Tuttavia, la rete micorrizica avrebbe potuto mitigare questa crisi con:

  1. Redistribuzione dei nutrienti: le piante in aree meno colpite potrebbero aver trasferito carbonio e altre risorse a quelle più danneggiate attraverso la rete micorrizica, consentendo alle radici di rimanere attive e di sostenere la rigenerazione post-catastrofe.

  2. Accesso a riserve sotterranee: i funghi micorrizici, in particolare quelli ectomicorrizici e arbuscolari, avrebbero potuto sfruttare riserve di nutrienti nel suolo e nei resti di piante morte, trasferendoli alle piante ancora vive.

  3. Attivazione di meccanismi di resistenza: le micorrize sono note per stimolare la produzione di fitormoni e composti di difesa nelle piante ospiti. Questo avrebbe potuto aumentare la tolleranza agli stress indotti dall’oscuramento e dal raffreddamento globale.


le piante con simbiosi micorriziche siano state tra le prime a riprendersi dopo l’estinzione
senza luce solo i funghi possono vivere

Evidenze e prospettive

Sebbene le prove fossili dirette dell’attività micorrizica in quel periodo siano limitate, alcuni studi suggeriscono che le foreste tropicali e le piante con simbiosi micorriziche siano state tra le prime a riprendersi dopo l’estinzione di massa. 

Inoltre, le angiosperme, che dominavano già molte aree nel Cretaceo, hanno spesso una forte dipendenza dalle micorrize arbuscolari, suggerendo che questa simbiosi potrebbe aver giocato un ruolo chiave nella loro resilienza.

Se questa ipotesi fosse confermata, il Wood Wide Web potrebbe aver rappresentato un meccanismo cruciale per la sopravvivenza di alcune piante in un mondo temporaneamente privo di luce solare. 

Comprendere meglio questi processi potrebbe fornire spunti importanti per affrontare le attuali sfide ecologiche, come il degrado del suolo e il cambiamento climatico.

Conclusione

Ricerche pubblicate nel Journal of Ecology evidenziano come le simbiosi micorriziche abbiano migliorato la tolleranza delle piante a stress ambientali, suggerendo un possibile ruolo cruciale durante periodi di oscurità prolungata.

Inoltre, analisi paleoecologiche indicano che proprio le foreste tropicali, spesso caratterizzate da associazioni micorriziche, siano state tra le prime a riprendersi dopo l'estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene. 

Questo suggerisce che tali simbiosi potrebbero aver facilitato la resilienza e la rigenerazione degli ecosistemi vegetali in seguito all'impatto ed a maggior ragione possono farlo e si giustificano oggi in una FOOD FOREST.

Commenti